I costi associati alla perdita di produttività e alla compromissione della salute degli animali a seguito di casi clinici e subclinici di febbre da latte (bassi livelli di calcio nel sangue) sono spesso molto più alti del previsto - in questo blog spiegheremo perché queste perdite possono essere così elevate e come se ne possono mitigare gli effetti.
Durante il periodo di transizione dalla fine della gravidanza alla lattazione le vacche da latte subiscono enormi cambiamenti fisiologici: uno dei cambiamenti più importanti riguarda l'equilibrio del calcio, con vacche che non sono in grado di mantenere adeguate concentrazioni di calcio nel sangue diventando soggette a tassi più elevati di disordini metabolici postpartum precoci e ridotta produzione di latte.
Le vacche che sono affette da febbre da latte clinica (ipocalcemia clinica) sono immediatamente identificabili: mostreranno chiari segni di grave carenza di calcio tra cui l'incapacità di stare in piedi ed una sensazione di freddo al tatto.
Nonostante un'incidenza molto più alta rispetto all'ipocalcemia clinica, gli effetti della febbre da latte subclinica (ipocalcemia subclinica) sono spesso gravemente sottostimati: mentre una vacca colpita sarà in grado di stare in piedi con funzionalitá in gran parte normali, risulterà molto meno efficiente a causa della carenza di calcio fondamentale e sarà molto più suscettibile alle malattie (vedi sotto per maggiori informazioni).
La ricerca condotta in Germania (Venjakob et al.2017) ha campionato il sangue di 1380 vacche fresche di parto in 115 allevamenti. L'incidenza di ipocalcemia clinica riportata è risultata relativamente bassa, allo 0% nelle giovenche fino al 16,1% per le vacche con 4 o più cicli di lattazione. Allo stesso tempo, l'incidenza di ipocalcemia subclinica (concentrazioni di calcio nel sangue inferiori a 2,1 mmol/L) nella stessa popolazione di vacche era molto più alta, variando dal 14% nelle giovenche al 71% per le vacche con 4 o più cicli di lattazioni (Tabella 1).
Ipocalcemia |
Lattazione 1 |
Lattazione 2 |
Lattazione 3 |
Lattazione ≥ 4 |
Threshold 2.1 mmol/L | 32/228a (14.0) |
158/355b (44.5) |
211/332c (63.6) |
331/456d (71.2) |
Tabella 1. Prevalenza (numero/totale; % tra parentesi) dell'ipocalcemia subclinica da 0 a 48 h dopo il parto nelle vacche da latte stratificate per parità. Fonte: Venjakob et al. 2017
a-d Diversi apici all’interno delle righe differiscono, P < 0.05
L'ipocalcemia non è solo associata a prestazioni ridotte in termini di produzione di latte post-parto, ma é anche vista come via d'accesso a numerose successive malattie delle vacche da latte e disturbi di salute tra cui mastite, chetosi, distocia, ritenzione di placenta, prolasso uterino, metrite, edema mammario , dislocazione abomasale e fegato grasso (Horst et al., 1997. e Curtis et. al., 1985.) *.
Tabelle 2: Costo stimato dei principali disturbi di salute nelle vacche da latte:
Eventi Metabolici |
Costo stimato/incidenza |
Febbre da Latte¹ | €312 |
Ipocalcemia Subclinica² | €113 |
Dislocazione Abomasale³ | €362-496 |
Chetosi³ | €71-82 |
Ritenzione di Placenta3³ | €130-190 |
Metriti³ | €157-166 |
Il mancato guadagno associato all'ipocalcemia subclinica supera di gran lunga quello dell'ipocalcemia clinica. In una pubblicazione di Oetzel (2012), utilizzando i dati di uno studio precedente (Oetzel, 2011) ed i costi economici associati alla febbre da latte clinica suggerita da Guard (1996), é stato stimato che le perdite economiche causate dall'ipocalcemia subclinica in un’azienda agricole tipica possono essere quasi quattro volte maggiori delle perdite associate alla febbre da latte clinica.
Ciò è principalmente dovuto al fatto che il tasso di incidenza dell'ipocalcemia subclinica è 10 volte superiore al tasso di incidenza dell'ipocalcemia clinica.
Tabelle 3: L'impatto economico stimato della febbre da latte clinica e subclinica in una fattoria con 250 vacche:
Costo stimato/ incidenza |
Incidenza media |
Vacche affette per anno |
Perdita totale annua |
|
Febbre da latte clinica |
€312 | 6% | 15 | €4.680 |
Febbre da latte subclinica |
€113 | 60% | 150 | €16.950 |
Il modo più efficace per mitigare le perdite associate alla febbre da latte è in primo luogo prevenire l'insorgenza della condizione: l'aggiunta di Animate (un prodotto minerale anionico concentrato ed altamente appetibile che aiuta ad ottimizzare il metabolismo del calcio) alla razione della vacca in asciutta può aiutare a ridurre l'incidenza di ipocalcemia clinica (febbre da latte) e ipocalcemia subclinica (bassi livelli di calcio nel sangue). La sua inclusione nella dieta può anche aiutare a ridurre l'incidenza di disturbi metabolici e non metabolici associati all'ipocalcemia, con conseguente miglioramento delle prestazioni della vacca durante la fase critica di transizione ed una conseguente maggiore produzione di latte.
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